La tecnologia aiuta la creatività?

lunedì 14 marzo 2011

PAROLA DI UN ESPERTO

Qui di seguito proporrò la prima parte dell'intervista effettuata al prof. Tullio Fragiacomo, docente della cattedra di Informatica generale e Teorie e tecniche del commercio elettronico presso l' Università degli studi di Trieste del corso di "Comunicazione e Pubblicità". Alla domanda se la creatività è limitata o aumentata grazie alle nuove tecnologie ha così risposto:
"Attraverso l'osservazione di diversi fenomeni, l'utilizzo del computer non è assolutamente collegato alla posizione del progetto, in altre parole non c'è bisogno del computer per soddisfare i miei proggetti e la mia creatività.Il computer mi facilita nel raggiungiemento dei miei obiettivi, il computer non è "obbligatorio" anzi c'è da sottolineare che sono cambiate le dinamiche di pre-analisi, in altre parole c'è il bisogno di molte applicazioni per realizzare qualche cosa di nuovo affinchè il naturale destinatario possa esser raggiunti nel miglior modo possibile, il più velocemente possibile e nel maggior numero di soggetti. Questo significa che la quantità di informazione a monte deve essere assolutamente superiore a quello che accadeva vent'anni fà. Se è vera la politica della segmentazione, della precisione, con la quale io osservo, mi proporrò verso i miei "naturali destinatari" è evidente che l'informatica assuma un ruolo fondamentale perchè diventa un collettore di informazioni e un gestore di questi dati grigi che possono poi essere elaborati, interpretati e quindi trasformati a questo punto in un progetto. Però a questo punto l'informatica non entra soltanto nella grafica ma entra anche nella fase di pre-analisi, di brainstorming, perchè mi permette anche di costruire dei diagrammi, delle mappe molto potenti, con le quali io osservo ciò che immagino attraverso punti di vista diversi"
In particolare nella produzione grafica di un immagine pubblicitaria:
"L'immagine pubblicitaria non può prescindere dalla sensibilità che ha il proggettista, cioè se uno è abituato a lavorare ad esempio con il gessetto continua con quello, se uno è abituato a lavorare con programmi grafici continuerà con quelli. Certo che gli output sono di qualità maggiore e i tempi di produzione si riducono, quindi più alta è la capacità di uttilizzo di questa tecnologia, più rapidamente uno raggiunge i risultati che si aspetta e potrà modificarla in corso d'opera cosa che una volta con l'aerografo una volta non era possibile. L'editing inteso in senso generale introdotto dalle neo-tecnologie è certamente un "acceleratore" di performance ma non pone garanzia di successo dei risultati."

domenica 13 marzo 2011

NONNO E NIPOTE



Per coloro i quali non sapessero riconoscerli eccoli: il nonno e il nipote. La persona raffigurata nella sinistra è Giambattista (Giovanni Battista) Bodoni (1740-1814) è stato un incisore, tipografo e stampatore italiano, ancora oggi noto per i caratteri tipografici da lui crati. Il secono è il logo del programma grafico "Photoshop" che serve a ridefinire l'elaborazione digitale delle immagini grazie a nuovi ed efficienti strumenti fotografici e a funzionalità innovative per realizzare sofisticate selezioni delle immagini, effetti pittorici realistici e ritocchi intelligenti.Il primo ha realizzato il "manuale tipografico" all'interno del quale ci sono i primi caratteri moderni più evoluti, raffinati e rigorosi come quelli creati da John Baskerville, però non tanto rigidi e formali come quelli disegnati dal grande rivale francese Firmin Didot. Un altro degli aspetti più importanti di quest'opera monumentale è la sua integrità di stile, che costituisce un modello di coerenza estetica vigente tutt'oggi nella nostra epoca. Nella sua prefazione al manuale, Bodoni espone i quattro principi o qualità che costituiscono la bellezza di una famiglia di caratteri tipografici. Photoshop, inteso come programma grafica fa esplorare nuovi possibilità creative con grande precisione e libertà. Si possono  selezionare con facilità elementi complessi di un'immagine e creare effetti pittorici realistici. Oltre ad aggiungere si ha la capacità di rimuovere gli elementi e riempire con qualsiasi immagine nello spazio lasciato vuoto. Si può dunque dire che sono uno sia l antenato dell altro.

sabato 12 marzo 2011

COLORI

I colori non esistono, se non nella mente di ognuno. Succede che i fotoni emessi da una sorgente di luce rimbalzino in misura diversa su varie superfici, stimolando i recettori dell’occhio, che a loro volta inviano segnali biochimici al cervello. È lui, che “vede” i colori. E li paragona fra loro tanto da riconoscerli se cambiano le condizioni di luce: quel che vi permette di vedere rosso il pullover rosso, finché c’è qualcosa che lo illumina, è il fenomeno della costanza del colore.
Se volete approfondire, leggetevi le teorie di Semir Zeki su creatività artistica e cervello. Se volete godervi puri stimoli cromatici, guardate queste foto di Ramón Serrano per Adidas. O questo video, vagamente ipnotico. Se volete giocare coi colori, usate il visual search di Idée lab. Se volete lasciarvi prendere da una deriva tecnico-artistica (e scoprire un sacco di strumenti utili) cliccate, uno per uno, tutti i link del box “COLORI” nella pagina Graphic Design.
I colori rimandano a stati d’animo. Da Pos, psicologo, e Armytage, designer, hanno condotto una serie di esperimenti che connettono espressioni e colori. E all’università di Manchester hanno messo a punto una colour wheel, una ruota dei colori, che serve a diagnosticare ansia e depressione.
Del resto, è ovvio: senza colori, il mondo sarebbe grigio. Colorato, è meglio: guardate il video di dulux colourproject  per vedere come cambia. Per finire in bellezza, vi invito ad ascolare Over the rainbow suonata da un grande, grande uomo con una piccola chitarra hawaiana

mercoledì 2 marzo 2011

Matita, pennello, macchina fotografica, programmi grafici...In poche parole l'evoluzione "artistica" della pubblicità nella carta stampata. Ai tempi nostri è possibile creare un immagine di un oggetto senza averne l'origina o una copia di esso. Senza tener conto degli effetti grafici che si possono adottare alle diverse esigenze. Si può dire che oggi ci sia una nuova maestria artigianale nell uttilizzo dei programmi grafici. Ecco cosa sostine un noto pubblicitario:
"Il fotoritocco non esiste in quanto tale, esiste applicato alla fotografia. Mentre il disegno può considerarsi un’arte a se stante rispetto alla pittura, la stessa cosa non vale per il fotoritocco. Questo è solo parte integrante del processo artistico di creazione fotografica.
Quando si parla di fotoritocco, molti tendono a identificarlo come qualunque processo di modifica di una foto. In realtà non è così. E’ da considerarsi fotoritocco solo il processo migliorativo di una foto, ossia qualunque intervento che vada a correggere le imperfezioni presenti nell’estetica della foto. Oltre il confine di tali procedimenti, si sfocia nel design creativo, nella creazione dell’immagine sull’immagine, nella grafica pura"

intervista a Oliviero

In una recente intervista fatta ad un famoso fotografo sull'efficienza della tecnologia per esprimere la creatività si evince che non bisogna lasciarci sopraffare dagli artefatti...
"Tutte le moderne tecnologie, ogni  possibile software, sono la ragione dell'inerzia creativa che ultimamente sopratutto i giovani stanno soffrendo.
Si pensa che accendendo il computer si possa accedere alla creatività.
Non c'è niente di più sbagliato, il computer è purtroppo  il male creativo moderno, produce velocemente una gran quantità di spazzatura, è semplicemente un imbecille veloce, così come lo sono tutti quelli che fanno dipendere la loro creatività da questo elettrodomestico!
La creatività non dipende da nessuna tecnologia, nessun computer è più potente di una semplice matita.
I programmi grafici sono stati creati da altre persone, il loro utilizzo non è altro che una forma di conformismo becero, serve solamente al marketing della mediocrità."